Ovvero: sulla tecnica.
Il fotografo prese sicuramente spunto dai fotografi professionisti dell’epoca, anche ambulanti, molto richiesti, che allestivano i set con sfondi, tappezzerie ed oggetti di scena. Non è un caso che in molti dei suoi scatti sono visibili teli e tendaggi che fanno da sfondo ai personaggi ritratti e che tecnicamente servivano per delineare meglio il soggetto fotografato, visto il basso contrasto delle pellicole utilizzate.
In questa comparazione, nella foto di sinistra si vede la madre di Fernanda ritratta da un professionista nel suo studio. Mentre la foto a destra è il tentativo del nostro fotografo di emulare un set professionale.
Il modo in cui le foto sono state scattate può rivelare anche il tipo di macchina fotografica utilizzata dal nostro artista. Sono molti infatti, almeno tra le prime foto realizzate, i soggetti decentrati che occupano solo una parte dell’immagine. Questo dipende dal probabile uso di una macchina istantanea a soffietto. In queste macchine la visione della scena era affidata o ad un mirino a pozzetto in cui le immagini apparivano capovolte (testa/piedi), o ad un mirino surrogato posto appena sopra l’ottica, oppure ad un piccolo rettangolino in metallo posizionato nella parte alta della macchina. In altre parole, il mirino e l’obiettivo erano fisicamente disposti su piani e assi diversi, pertanto la scena reale che il nostro fotografo vedeva (capovolta) nel mirino non corrispondeva a quella ripresa dall’obiettivo. Un problema che maggiormente si acuisce quando c’è scarsa distanza tra fotocamera e soggetto.